L’Italia è una nazione che considera l’accesso al lavoro come l’esigenza primaria e fondamentale per tutti i cittadini, infatti la Costituzione repubblicana recita al suo articolo 1: “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”. Non si tratta di un vero e proprio diritto quanto dell’obiettivo fondamentale che lo Stato deve perseguire in tutti i suoi programmi politici ed economici: assicurare a tutti un lavoro.
In maniera estesa questo obiettivo, posto a fondamento della nostra vita democratica e non solo economica, deve ovviamente essere perseguito non solo a favore dei cittadini italiani ma, con la partecipazione dell’Italia all’Unione Europea, anche di tutti i cittadini europei soggiornanti in Italia che abbiano intenzione di svolgervi una attività lavorativa, da lavoratore dipendente o da autonomo.
L’art 15 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE recita, infatti “Ogni cittadino dell’Unione ha la libertà di cercare un lavoro, di lavorare, di stabilirsi o di prestare servizi in qualunque Stato membro.”
Il cittadino dell’Unione ha quindi libero accesso al mercato del lavoro in Italia, ferme restando condizioni specifiche per l’esercizio di alcune professioni che necessitano preventiva verifica con l’ordine professionale di riferimento e/o riconoscimento dei titoli professionali o di studio.
Come detto nel paragrafo sulla residenza, in presenza di un lavoro dipendente o autonomo svolto in Italia, il cittadino dell’Unione e i suoi familiari acquiscono il diritto a soggiornare in Italia per un periodo superiore a tre mesi e con questo l’obbligo ad iscriversi all’Anagrafe del comune di residenza.
Concluso il procedimento di iscrizione, al cittadino il comune di residenza rilascia una attestazione anagrafica.
La tutela e la promozione del lavoro sono garantite oltre che dalla Costituzione, da una molteplicità di normative sempre tese da una parte a garantire le condizioni per un lavoro dignitoso (normativa sull’orario di lavoro; normativa sul licenziamento; sicurezza sul luogo di lavoro; assicurazione previdenziale in caso di perdita del lavoro…) dall’altro a promuovere l’accesso al lavoro medesimo (normativa sui contratti di lavoro; norme sull’accesso al lavoro; norme sui servizi per il lavoro…)
Fra le tutele previste ricordiamo che il diritto al soggiorno si conserva anche in caso di disoccupazione. In questo caso il cittadino comunitario deve iscriversi al Centro per l’Impiego competente per territorio per essere inserito in percorsi di inserimento lavorativo.
LINK UTILI ARGOMENTI TRATTATI
https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=51984
https://www.cliclavoro.gov.it/Aziende/Adempimenti/Pagine/Comunicazioni-Obbligatorie.aspx
https://www.poliziadistato.it/articolo/17985b2d0db2288ab785808552
https://europa.eu/youreurope/citizens/work/work-abroad/cross-border-commuters/index_it.htm